RACCOLTA
La raccolta dei materiali utilizzati in quanto contaminati o potenzialmente contaminati deve seguire la seguente procedura:
- riunire, al termine dell’utilizzo, tutti i presidi chirurgici usati, al fine di non disperdere il materiale che ha un potenziale rischio biologico;
- effettuare questa attività appena terminato l’uso dei dispositivi, al fine di evitare che i residui organici e la carica batterica si fissino sulla superficie dei presidi stessi;
- trasportare il materiale così raccolto nella sala di sterilizzazione dove si dovrà procedere appena possibile con la decontaminazione.
DECONTAMINAZIONE
La decontaminazione è uno degli adempimenti previsti dal Titolo VII del D.Lgs 626/94 e successive modifiche ed integrazioni in quanto è una misura di sicurezza di tipo collettivo e deve essere effettuata prima del lavaggio mediante immersione “in idoneo mezzo”, come di seguito esplicita la procedura. Tale misura di sicurezza contribuisce alla protezione degli operatori coinvolti nel processo di sterilizzazione ed in particolare di quelli addetti al trasporto ed al lavaggio del materiale utilizzato. Va sottolineato che questo aspetto era già stato preso in considerazione con l’emanazione del DM 28 settembre 1990 , il quale all’et. 2, comma 2, recita: “…i presidi riutilizzabili debbono, dopo l’uso, essere immediatamente immersi in un disinfettante chimico di ricosciuta efficacia nei confronti dell’HIV prima delle operazioni di smontaggio o pulizia da effettuare come preparazione alla sterilizzazione”. La decontaminazione può essere effettuata con modalità manuali oppure mediante apparecchiature termo-disinfettatrici di cui ci si assicuri dell’effettiva efficacia.
Si precisa che i materiali le cui caratteristiche tecniche impongano uno smontaggio o manipolazione, devono comunque essere sottoposte a decontaminazione chimica manuale prima di tale trattamento.
Nella decontaminazione manuale devono essere seguite le seguenti istruzioni:
- la scelta del principio attivo delle formulazioni o azione disinfettante deve tener conto dell’obbiettivo primario, rappresentato dall’efficacia nei confronti degli agenti che si identificano come sorgente di rischio biologico e dalla compatbilità con i materiali da trattare;
- nella fase di allestimento della soluzione disinfettante l’operatore deve attenersi alle indicazioni del produttore (è consigliato di allestire la soluzione al momento dell’utilizzo onde evitare una possibile contaminazione);
- nella soluzione disinfettante, allestita all’interno di idoneo recipiente, viene immerso il contenitore con i materiali da trattare;
- la durata della fase di immersione dipende dalle caratteristiche della soluzione impiegata ed è opprtuno seguire la indicazioni fornite dal produttore;
- al termine del periodo di immersione il contenitore con i materiali trattati, viene estratto ed avviato alla successiva fase di lavaggio;
- la soluzione decontaminante deve essere smaltita secondo le indicazioni della vigente normativa.
LAVAGGIO
LAVAGGIO MANUALE
Per un corretto lavggio manuale, occorre osservare le seguenti prescrizioni:
- eseguire lo spazzolamento, mantenendo lo strumento al di sotto della superficie di lavaggio alfine di evitare la schizzi e formazione di aerosol che possono essere veicoli contaminanti;
- usare spazzole realizzate con materiale (es. nylon) sufficientemente dure per assolvere il compito preposto, ma tali da non danneggiare la superficie degli strumenti; evitare assolutamente l’uso di spazzole con setole metalliche;
- risciacquare accuratamente gli strumenti ponendo particolare attenzione alle superfici cannulate per le quali occorre verificare che non sia ostruita;
- asciugare sempre accuratamente con aria compressa o panno.
LAVAGGIO CON ULTRASUONI
Garantisce una corretta pulizia delle superfici difficilmente raggiungibile con il lavaggio manuale.
Questa procedura è particolarmente indicata per tutti gli strumenti in acciaio inossidabile.
Occorre osservare, che per avere un’efficacia ottimale, il carico di strumenti non dovrà essere eccessivo, ovvero il cestello non dovrà mai essere particolamente affollato.
RISCIACQUO
Dopo le procedure ad ultrasuoni e di detersione manuale è necessario procedere ad un primo risciacquo del materiale con doccia di acqua corrente e poi con doccia di acqua demineralizzata, per rimuovere residui di detergente.
ASCIUGATURA
Dopo il risciacquo si provvede ad una accurata asciugatura del materiale, preferibilmente con pistole ad aria compressa perchè risultano più efficaci rispetto ad altri sistemi. In alternativa l’asciugatura può essere eseguita con panni di carta o di tela, che non rilasciano fibre.
In questa fase è importante utilizzare i Dispositivi di Protezione Individuale in quanto si possono produrre aerosol potenzialmente contaminanti.
CONTROLLO E MANUTENZIONE
Prima del confezionamento i materiali devono essere accuratamente controllati in tutte le loro parti per garantire il funzionamento e l’integrità del prodotto a tutela dell’attività chirurgica.La manutenzione, quando necessaria, va effettuata applicando prodotti lubrificanti idrosolubili (se il materiale viene sterilizzato a vapore, i prodotti devono essere privi di silicone).
Tutti i materiali che presentano parti deteriorate (rotture etc.) o ruggine, non devono essere avviati alla fase di confezionamento, ma opportunamente riparati o trattati con prodotti specifici.
CONFEZIONAMENTO
Il confezionamento del materiale sanitario da sottoporre a processo di sterilizzazione deve permettere:
- la penetrazione ed il conseguente contatto dell’agente sterilizzante con il materiale da trattare;
- la conservazione della sterilità nei tempi e nei modi stabiliti dal corretto stoccaggio;
- la riduzione del rischio di contaminazione del contenuto al momento dell’apertura nel campo sterile;
- la praticità, la comodità, l’economicità.
I materiali di confezionamento devono presentare le seguenti caratteristiche:
- compatibilità con i processi di sterilizzazione (per i processi di sterilizzazione non caratterizzati da norme tecniche la convalida degli stessi deve poter accertare che l’imballaggio finale sia sufficientemente permeabile a tutti gli agenti fisici e chimici che determinano l’efficacia del processo);
- compatibilità con il materiale che sarà contenuto;
- compatibilità con il sistema di etichettatura (indicatore chimico di processo, tracciabilità, contenuto, etc.);
- non possedere agenti chimici che possano costituire un rischio di esposizione per caratteristiche di tossicità durante l’intero processo di sterilizzazione alle condizioni d’uso e/o che possano inquinare lo stesso materiale da sterilizzare;
- biocompatibilità;
- essere in grado di mantenere la sterilità del materiale (si consideri ad esempio che la perdita della sterilità di un imballaggio frequentemente viene correlata ad un evento accidentale piuttosto che al tempo, e pertanto il materiale deve essere preservatoda agenti chimici, fisici, biologici in grado di alterarne le proprietà).
Nella procedura di confezionamento vanno seguite le seguenti indicazioni generali:
- controllare che il materiale da confezionare sia pulito, integro e asciutto;
- riassemblare il materiale nel caso sia stato scomposto;
- rimuovere qualsiasi impedimento al contatto della superficie del materiale da sterilizzare con l’agente sterilizzante;
- proteggere adeguatamente il materiale da inviare al confezionamento;
- nel caso in cui il materiale da sterilizzare presenti sulle superfici spigoli acuminati o taglienti che potrebbero, durante il ciclo di sterilizzazione o durante il trasporto, danneggiare la stessa confezione e conseguentemente esporre l’operatore sanitario ad agenti biologici infettivi (se l’esposizione avviene prima del processo di sterilizzazione), è necessario avvolgere lo strumentario con una tipologia di materiale che permeta di maneggiare in sicurezza la confezione;
- assemblare plastiche e gomme (ad esempio tubazioni) in modo da evitare distorsioni che impediscano l’azione dell’agente sterilizzante;;
- non utilizzare, come materiale per il confezionamento, materiale già sottoposto a processo di sterilizzazione. I materiali utilizzati per il confezionamento, dichiarati monouso dal fabbricante, non devono essere sottosti ad un nuovo cicli di sterilizzazione;
- confezionare i materiali sterilizzabili singolarmente o assemblati in set mono-intervento o mono-paziente;
- preparare le confezioni (comunque di dimensioni non superiori all’unità di sterilizzazione) in modo che le stesse non eccedano i 10Kg di peso (nel contenuto) per evitare eccessivi residui di condensa al fine di una corretta conduzione del processo della sterilizzazione a vapore.
STERILIZZAZIONE A VAPORE
L’agente sterilizzante più conosciuto e maggiormente impiegato è il calore, in particolare il calore umido sotto forma di vapore. Se il vapore viene sottoposto a pressione, si possono raggiungere temperature superiori a 100°C, che sono le condizioni sterilizzanti dei materiali penetrabili e delle superfici esposte all’agente.
Il vapore è il mezzo sterilizzante più sicuro, rapido, economico e non inquinante.
Le apparecchiature che consentono di porre sotto pressione il vapore sono dette autoclavi, o più propriamente sterilizzatrici a vapore, dotate di una camera a perfetta tenuta e resistente alle alte pressioni.
Le relazioni tra i parametrici fisici (tempo, temperatura e pressione) sono indicate dalla farmacopea Europea e dalle normative europee sulla sterilizzazione a vapore (EN 285, EN 554).
Accanto a questi parametri devono essere presi in considerazione alcuni altri aspetti del metodo:
- qualità e saturazione del vapore;
- formazione di sacche e di bolle d’aria in camera di sterilizzazione;
- tipologia e modalità di carico;
- residui di condensa al termine del processo;
- caratteristiche tecniche delle autoclavi.
Le correlazioni tra temperatura e pressione dipendono dalla saturazione del vapore che deve essere privo di aria, di gas incondensabili e di impurità chimico fisiche indesiderate. Essendo il vapore non miscelabile con l’aria, questa deve essere allontanata, se presente nelle confezioni e nei materiali, in quanto il vapore non potrebbe penetrare all’interno degli stessi ed il risultato del trattamento sarebbe inefficace dal momento che il vapore agisce per contatto cedendo calore.
Tutti i dispositivi da sterilizzare devono essere disposti in modo tale che ogni superficie sia direttamente esposta all’agente sterilizzante per la temperatura e per il tempo previsti. Il carico deve essere distribuito uniformemente secondo quanto stabilito nelle fasi di qualifica prestazionale, facendo attenzione che non tocchi le pareti della camera, che sia sostenuto da apposite griglie, che non sia ammassato affinché il vapore possa circolare il più liberamente possibile.
Al termine del ciclo di sterilizzazione non devono essere presenti residui di condensa, in quanto questa favorisce la ricontaminazione dei materiali.
Le caratteristiche delle autoclavi devono rispondere ai requisiti della norma tecnica UNI EN 285, che riporta anche la tipologia di test e di prove da effettuare sulle stesse. La scarsa attenzione rispetto ad uno dei fattori sopra elencati potrebbe compromettere il raggiungimento dell’obbiettivo prefissato, cioè la sterilità.
ultimo aggiornamento 20/06/2011